Il valore tradizionale dell'agricoltura naturale in Italia (parte seconda)

 

Irrorazione di pesticidi

 

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Il funzionamento della moderna agricoltura industriale

 

Con la trasformazione ed il passaggio da una agricoltura tradizionale contadina a quella industriale, si sono prodotti nel tempo dei cambiamenti o potremo dire sconvolgimenti veramente notevoli

 

Una delle chiavi primarie da tener presente è lo sviluppo della meccanicizzazione dei processi agricoli, grazie alla disponibilità di macchinari sempre più potenti ed evoluti. 

 

Questo tipo di agricoltura senza dubbio ha sviluppato la capacità di produrre in quantità molti tipi di verdure. Si è orientata verso la monocoltura che tuttavia si è visto va a sfruttare e poi ad esaurire i terreni, come testimoniato anche in passato da alcune zone negli Stati Uniti d'America, dove il terreno è diventato quasi sterile con tendenza alla desertificazione

 

Sono nate anche molte industrie chimiche per la produzione di fertilizzanti di sintesi. Per molti anni c'è stata la tendenza a pensare che gli elementi nel terreno potessero essere reintegrati in una forma prettamente chimica ottenuta in laboratorio e che non fosse necessario fare attenzione ad altri aspetti. 

 

La pratica in realtà ha poi mostrato che non è affatto così e che con questa modalità nel tempo si sviluppano moltissimi problemi, che riguardano vari aspetti.

 

Le problematiche dell' agricoltura industriale

 

L'agricoltura tradizionale contadina, ci aveva lasciato dei terreni in perfetto stato ricchi di humus naturale. Nel corso del ventesimo secolo invece, c'è stata una progressiva degradazione con un utilizzo smodato di concimi chimici, macchinari pesanti che schiacciano il terreno con il loro peso e lo tritano eccessivamente durante le lavorazioni; disboscamenti, estrirpazione delle siepi, monocolture e non meno importante un largo uso di pesticidi.

 

Ecco alcuni punti chiave salienti da tener presente sull' agricoltura odierna:

 

Desertificazione del suolo

. Uso di mezzi meccanici grandi e pesanti che schiacciano in modo importante il terreno. Lavorazione meccanica della superficie di coltivazione a profondità eccessive che turba l'equilibrio batterico (aerobi ed anaerobi) e triturazione eccessiva della terra che a lungo andare indurisce il suolo. 

 

. Tendenza alle monocolture che col tempo rovinano il suolo ed indeboliscono le verdure stesse. 

 

. Si è abbandonata la fondamentale pratica della rotazione colturale, credendo erroneamente che la concimazione chimica fosse sufficiente. 

 

. Uso continuo ed esagerato della produzione in serre. Questo va a discapito anche della stagionalità che viene meno, in quanto si vuol coltivare praticamente qualsiasi cosa in ogni periodo dell'anno. 

 

. Abbandono della importantissima pratica del seguire l'influenza della luna per i lavori agricoli e per la migliore crescita dei vegetali. Per i contadini questa era un vero caposaldo che regolava sia le semine, sia molti lavori agricoli. 

 

. Sviluppo del commercio globale di frutta e verdura. Avvalendosi dei trasporti aerei e navali, molta della frutta e verdura che mangiamo ogni giorno proviene da luoghi lontanissimi da noi. Vengono seguite logiche prettamente economiche e questo provoca non pochi problemi, in barba alla virtuosa pratica del "Km 0". 

 

. Disboscamento di alberi ed estirpazione dei cespugli per ricavare grandi spazi da dedicare alle colture intensive e favorire le manovre dei grossi mezzi agricoli come ad esempio il trattore. 

 

. Concimazione chimica dei terreni (agrochimica). Di base questa metodica cerca di reinserire in modo artificiale ed innaturale nel terreno i tre elementi fondamentali: Azoto (N) Potassio (K) e Fosforo (P). Tuttavia è stato visto che nel tempo questo non solo non basta, ma provoca moltissimi altri problemi. Infine la loro estrazione chimica richiede lunghe lavorazioni e spesso le loro materie prime sono importate dall'estero. 

 

. Uso sempre più importante di pesticidi e diserbanti chimici. Queste sostanze sono non a torto sotto la lente di ingrandimento, perché possono provocare molti problemi all'uomo e all'ambiente ed il loro smaltimento spesso riserva delle incognite. In molti paesi ne sono state rinvenute varie quantità persino nel latte materno. Queste molecole di sintesi non esistono in natura e si rilevano grossi problemi per la loro biodegradabilità . 

 

. Peggioramento costante dei terreni con scomparsa della flora spontanea e della fauna utili sia sopra che sotto il suolo come gli importanti lombrichi, i produttori per eccellenza di humus.


"L' agricoltura tradizionale contadina, ci aveva lasciato dei terreni in perfetto stato ricchi di humus naturale. Nel corso del ventesimo secolo invece, c'è stata una progressiva degradazione con un utilizzo smodato di concimi chimici, macchinari pesanti che schiacciano il terreno con il loro peso e lo tritano eccessivamente durante le lavorazioni"

 . Per esigenze del mercato industriale, ricorso sempre più marcato a varietà orticole composte da ibridi ottenuti in laboratorio. Queste piante seppur possano avere delle forme più regolari per il mercato della GDO (grande distribuzione organizzata) sono molto più vulnerabili a varie patologie e non hanno un sapore né marcato né particolarmente degno di nota. In più venendo coltivati con le metodiche già descritte possono avere un valore nutritivo molto più scarso. Inoltre in un terreno così squilibrato Anche nel PH essi possono presentare cellule dilatate con dannosi eccessi di azoto e potassio spesso dovute agli abbondanti apporti di concimazione chimica. 

 

. I costi sempre più alti di questi prodotti come concimi chimici, pesticidi, diserbanti etc. Questo per molti imprenditori agricoli non è affatto un dettaglio da trascurare.

 

Questi sono solo alcuni aspetti riguardanti questa tipologia di agricoltura. In realtà se ne potrebbero aggiungere di ulteriori, ma in questo articolo ho semplicemente dato degli accenni.

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