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Le caratteristiche di un terreno |
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Gli strati del terreno
Nell'ottica di mantenere la salute del terreno e di favorire il suo continuo miglioramento è opportuno per alcune persone fin dall'inizio farsi un'idea precisa di come esso si compone, per vedere in maniera più approfondita quali sono le caratteristiche di un buon terreno per il nostro orto.
È importante però tener ben presente che questo serve solo come guida generale e soprattutto per chi ancora pratica un tipo di orticoltura con delle lavorazioni abbastanza importanti del terreno.
Per coloro che invece riducono le lavorazioni al minimo o semplicemente le eliminano del tutto, non è necessario si interessino particolarmente a come è strutturato un terreno o alla sua composizione.
Lo strato superficiale
Questa è la parte più importante a cui far riferimento per la pratica dell' agricoltura naturale. Si sviluppa per i primi 25 - 30 cm di profondità e risulta a volte di colore più intenso.
Tuttavia essendo ancora più precisi, lo strato veramente attivo al massimo grado, dove lo sviluppo e l'azione dell' humus è massima ho rilevato nel tempo essere concentrato fino nei primi 10 - 12 cm non di più. Questa è la reale profondità dove si dovrebbe concentrare di più chi pratica agricoltura naturale.
Questo strato è quello più attivo ed è ricco di batteri molto utili ai fini delle coltivazioni ed è interessato da benefiche fermentazioni naturali.
In quest'area infatti gli ortaggi espandono le loro radici in cerca di nutrienti e acqua, per questo è importante mantenerla areata in maniera naturale, grazie all'azione dei moltissimi animaletti (come i lombrichi ed altri) e forme di vita presenti in un terreno mantenuto in condizioni ottimali e ricca di sostanze nutrienti tramite aggiunta di compost autoprodotto ed una costante pacciamatura di copertura.
Lo strato inattivo
Questo si trova subito al disotto di quello superficiale ed ha un colore molto meno intenso. È interessato da un diverso tipo di microrganismi batterici, risultando povero di sostanze, infatti è praticamente sterile.
Solo riportandolo in superficie può diventare pian piano simile a quello superficiale, ma non è affatto una pratica raccomandata in agricoltura naturale.
Il sottosuolo profondo
Questo strato non viene mai interessato dalle nostre lavorazioni pertanto non ci interessa particolarmente.
Alcuni costituenti basilari del terreno
In linea generale nel suolo si può trovare:
- Argilla
- Limo
- Sabbia
- Sostanze calcaree
- Sali minerali
- Sostanze organiche di vario tipo
- Eventuale percentuale di sassi e ghiaia che non deve essere esageratamente presente
- Acqua
La terra poi può essere suddivisa in compatta, sciolta e spugnosa.
Questo va tenuto presente come linea generica di base. Vediamo adesso quali tipi di terreno specifici si possono riscontrare nelle varie zone.
"Tuttavia essendo ancora più precisi, lo strato veramente attivo al massimo grado, dove lo sviluppo e l'azione dell' humus è massima ho rilevato nel tempo essere concentrato fino nei primi 10 - 12 cm non di più. Questa è la reale profondità dove si dovrebbe concentrare di più chi pratica agricoltura naturale"
Terre di tipo argilloso
Quando siamo in presenza di questo tipo di terreno possiamo notare la sua pesantezza. Esso tende a compattarsi molto e a trattenere acqua a lungo.
Se la percentuale di argilla è molto alta questi terreni tendono ad indurire e a seccarsi superficialmente; se bagnati, al tatto delle dita possono risultare appiccicosi.
Dopo le piogge è anche importante non andare nell'orto per evitare di calpestarli, aumentando ancora di più l'effetto negativo del compattamento.
Bisogna quindi fare attenzione all'accumulo di umidità; per evitarlo è consigliato creare dei solchi di scolo per le acque e cercare di realizzare aiuole e solchi leggermente rialzati rispetto al terreno.
In generale sono ricchi di sostanze forse i più ricchi, ma possono dare problemi a quelle coltivazioni che per svilupparsi bene hanno bisogno di terreno sciolto, come le carote, le patate ed altre che rischiano di trovare troppa resistenza per crescere bene.
Cosa fare per equilibrarli e migliorarli: quando non sono umidi ma asciutti, lavorarli con frequenti zappettature molto superficiali per favorire la scioltezza e l'areazione del terreno. Aggiungere di volta in volta sabbia di fiume, ed ammendanti naturali come la composta autoprodotta, foglie secche, torba e simili; Il tutto da incorporare nel primo strato, ovvero il superficiale. Questo ripetuto nel tempo lo renderà più spugnoso, areato e meno coeso. Una pacciamatura naturale costante anche qui è di grande aiuto.
Terre di tipo sabbioso
Questo tipo di suolo è caratterizzato da una marcata presenza di sabbia che risalta anche ad una prima osservazione; solitamente vi è una buona presenza di silicio.
In particolar modo se la presenza di sabbia è molto molto elevata, risultano molto sciolti e si riscaldano e raffreddano velocemente. L'acqua viene trattenuta poco e generalmente anche le sostanze nutritive, per questo anche qui è importante apportare molto materiale vegetale di copertura e mantenere una pacciamatura costante, inserire composta autoprodotta, fogliame ed ammendanti vari per migliorarne il profilo. La pacciamatura inoltre aiuterà a trattenere meglio l'acqua.
Per arricchirlo in azoto è saggio l'uso mirato di leguminose ed anche di piante fertilizzanti come il favino ad esempio che poi possono essere interrate ed anche mischiate alla pacciamatura; è importante mirare all'aumento della sua corposità.
Terre di tipo calcareo
Questi terreni si riconoscono perché possono formare delle venature biancastre che sono abbastanza visibili. Si riscaldano e raffreddano facilmente e non sono molto fertili.
Per migliorarle incorporare nello strato superficiale, terriccio, torba, sabbia di fiume ed usare abbondantemente la composta. Questo porterà nel tempo equilibrio.
Il terreno fertile ideale
Se avete la fortuna di possedere una terra di questo tipo, vi troverete davanti un suolo con pressappoco queste caratteristiche: ovvero avrà una equilibrata percentuale delle sostanze sotto indicate:
Di base Argilla per circa il 60 - 65 % e sabbia per circa il 35 - 40 % . Sarà poi ricco di materia organica naturale ed humus. Assenti invece i sassi e la ghiaia.
La struttura risulterà spugnosa ed areata infatti il mix armonioso di questi elementi permetterà una facile ed agevole lavorazione del terreno.
La sola cosa richiesta è l'apporto regolare di composta ed una costante pacciamatura naturale per mantenerlo ricco, fertile e sano, ovvero le qualità ottimali che già possiede.
Se si vuole invece avere una panoramica più da "chimica di laboratorio" diciamo così, volendo è anche possibile commissionare delle analisi a campione tramite qualche azienda del settore. Questa procedura vi darà una visione d'insieme dei costituenti del vostro terreno che vi permetterà di orientarvi nella sua gestione.
Per una analisi più classica è necessario innanzitutto tenere a mente le informazioni presenti in questo articolo; dopo di questo si può prelevare un campione e lavorarlo con le dita facendo attenzione alle sensazioni che ci trasmette: ad esempio se rimane appiccicata facilmente alle dita, questo denota una buona presenza di argilla; se al contrario si secca facilmente e tende a graffiare, ci sarà molta sabbia e così via.
Queste metodiche ci permetteranno di avere una migliore visione delle caratteristiche del nostro pezzo di terra facilitando il nostro lavoro e favorendo le nostre produzioni di ortaggi.
Ad ogni modo è importante ricordare che riducendo al massimo le lavorazioni del terreno o evitandole del tutto come insegnava Masanobu Fukuoka ed abbinando una costante pacciamatura, qualunque tipo di terreno può essere "lavorato" dalla natura stessa ed esprimere così il suo massimo potenziale di fertilità e produzione di humus.
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